Mobbing e lavoro nero
Ci può essere Mobbing anche in un rapporto di lavoro irregolare, cd. al nero? Il blocco dei licenziamenti (ma non di “tutti” i licenziamenti) fino a marzo prossimo e eventuali, probabili, proroghe, la cassa integrazione e tutti i vari ristori lasciano “scoperti” tutti quelli che un lavoro ce l’hanno, ma non anche un contratto. Il Mobbing non è necessariamente preordinato al fine di provocare le dimissioni o un licenziamento disciplinare. Certo, l’espulsione del lavoratore è l’effetto più evidente, ma non l’unico. I vari atti persecutori possono anche mirare “solo” a mettere il lavoratore in una condizione di soggezione, in modo ad esempio che non chieda la regolarizzazione del rapporto o il pagamento di tute le sue spettanze. Raggiunto quello scopo, perché poi licenziare o “far” dimettere il lavoratore reso docile? Sarebbe un controsenso! Il Mobbing può essere oggetto di un’autonoma richiesta giudiziale o anche accompagnarsi ad altre domande. Nel caso di Mobbing di un lavoratore senza contratto, la domanda principale avrà ad oggetto l’emersione del rapporto di lavoro e la domanda subordinata il risarcimento dei danni da Mobbing. Senza lavoro non c’è Mobbing: la norma fondamentale, l’art. 2087 codice civile, tutela espressamente le condizioni di lavoro.