con prefazione di Luca Borriello e Postafazione di Giovanni Boldon Zanetti
Key Editore, 2022
L’autore
Roberto Colantonio
Avvocato cassazionista e docente di diritto dell’arte al Master universitario Uniarp per Consulente d’arte/Art advisor. Esperto in diritto del lavoro e diritto d’autore, ha pubblicato: “La Street art è illegale?”
e “Il collezionista d’arte contemporanea” con iemme edizioni, “Compendio di diritto d’autore” con Primiceri editore, oltre a vari articoli sul diritto del lavoro per Ipsoa e sugli NFT-non fungible token per NT Plus de Il Sole 24 ore. È stato componente della commissione atti atipici dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. Fa parte del gruppo studio Inward Osservatorio sulla creatività urbana-Università Suor Orsola Benincasa ed è tra i consulenti del Report per la creatività urbana Mibact-Mic 2020 – 2021. Sul web:
L’Opera
La Street art, apprezzata dal grande pubblico, inserita nei percorsi turistici, scenografia per film e spot pubblicitari, ha riportato il figurativo nell’arte contemporanea restando una condotta punita dal codice penale come vandalismo. Veloce e sfuggente com’è, la Street art solleva questioni giuridiche nuove.
Il diritto d’autore degli Street artist – le loro sono opere dell’ingegno di
carattere creativo e come tali protette – coesiste affianco alla condotta penalmente
rilevante degli artisti, mentre sembra essersi consumata irrimediabilmente la
frattura con il Writing, innestando una corsa all’accaparramento dei muri liberi,
autorizzati o semplicemente presi, persi e rivendicati a colpi di tag, stencil,
murales, poster art e sticker.
È la “legge” del crossing, una legge di strada che regola i rapporti tra Street
artist e tra Street artist e Writer. Artista o meno, lo Street artist è un lavoratore
autonomo, che genera valore e la sua opera, pur non richiesta, può dargli titolo a
richiedere una remunerazione, a vario titolo considerata e non necessariamente
entro i limiti snaturanti del muralismo.